sabato 20 ottobre 2012

LUCCIO A SPINNING...OLD STYLE




Erano circa le quatto quando sono arrivato ad Acquapartita. Un paio di belle trote le avevo fatte, e si erano infiltrati anche due bass e un reale.
Avevo deciso di spostarmi, soprattutto causa di una certa apatia dei salmonidi.
Ed eccomi qui. Già dove se no?

Con la pioggia alle porte e un tempo così solo qui potevo essere. 
Il lago era deserto, tirava un venticello gelido che increspava l'acqua. Stava per piovere. L'acqua era
di un marrone scuro, imperscrutabile.
Mi sono diretto subito all'isolotto dove, si sa, c'è la maggior concentrazione di esocidi, ma soprattutto dove speravo che fosse più riparato dal vento e che l'acqua fosse più ferma. Non mi sbagliavo.
Ho fatto cinque o sei lanci con un minnow. Andavo piano, sul fondo, "ascoltando" la canna. Asperità, tronchi, tutto. Una mappatura mentale del fondo alla ricerca di una tocca, di una partenza.
C'era qualcosa che non andava però, si sentiva. Non era l'approccio giusto.
Dopo un altro paio di lanci "di riflessione" qualcosa è guizzato sotto i miei piedi. Un lampo ramato: un piccolo bass, o un ciprinide, nell'acqua melmosa. 

Ecco! Ma sì, certo!
Dov'è? So che è da qualche parte, deve esserci! E' sempre tra i piedi quando non lo cerchi! Ah, eccolo!
Se mai c'è mai stato un suo momento è questo! EIRA!
Ho fatto un lancio corto, giusto per vedere l'effetto in acqua. Perfetto! Lampi ramati, lenti e ritmici! Vibrazioni giuste, non esagerate.
Ho lanciato subito lungo, più che potevo, parallelo al canneto dell'isolotto. L'EIRA con la sua forma aerodinamica è schizzato lontano. Ha toccato l'acqua con un saltello, e si è inabissato senza far troppo rumore.
L'ho lasciato scendere pano.
Inizio a recuperare... Piano, fa piano... Bam!



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